La biografia di Pietro Leemann rappresenta un viaggio di ricerca instancabile verso un’espressione di sé sempre più consapevole e matura.
“Siamo ciò che mangiamo e diventiamo ciò che scegliamo di mangiare”.
Alla base di tutte le sue esperienze e le sue creazioni vi è il pieno rispetto per l’ambiente e per il benessere fisico e spirituale della persona, che passa attraverso la nostra sana alimentazione, un mezzo che può aiutarci ad elevarci e a connetterci con la nostra più elevata Essenza. Lo studio degli alimenti e della natura diventa quasi un viaggio spirituale che è fatto di più tappe e che Pietro Leemann percorre con tutta la sua umana curiosità. Un viaggio ricco di incontri di persone, di Chef di grande valore, e di diverse culture, tra cui quella cinese e giapponese, che hanno lasciato un’impronta decisiva sullo sviluppo personale e professionale di Pietro Leemann.
Di origini svizzere, la sua folgorazione avviene già all’età di 15 anni quando Angelo Conti Rossini, cuoco ticinese, si presenta nella sua casa con una bavarese alla vaniglia, che colpisce il suo gusto e spalanca la sua curiosità alla cultura alimentare.
Viene in contatto e lavora con Chef di rango come Frédy Girardet e Gualtiero Marchesi, dai quali apprende le basi dell’alta cucina, ma non si accontenta, è uno spirito indomabile e così intraprende viaggi in Oriente, in Cina e in Giappone, e ne studia le culture e la filosofia di vita traendo molti spunti di riflessione e scoprendo la sua missione. Ciò che lo affascina di più è avvicinare l’uomo alla Natura, capace da sola di offrire attraverso una coltivazione attenta e rispettosa tutti i nutrienti di cui l’uomo ha bisogno. In lui nasce il desiderio di offrire una cucina interamente vegetale, sana e sostenibile, e un gruppo di amici lo sostiene in questo progetto. Nel 1989 nasce ‘Joia’, un nome che evoca il piacere di un’alimentazione gustosa, che rende felici, vegetariana gourmet.
All’inizio non viene compresa ma nel tempo viene valorizzata attraverso personalità illustri, che ne apprezzano la qualità, la bellezza e la varietà dei sapori. Fino all’anno del suo pieno riconoscimento con la stella Michelin nel 1996: Joia diventa il primo ristorante vegetariano stellato europeo, sempre più apprezzato a livello mondiale per la sua etica e per la sua raffinatezza.
Nascono negli anni piatti sempre più ricercati e creativi frutto di un continuo studio e di una instancabile sperimentazione.
Nel momento in cui viene istituita la stella verde Michelin nel 2020 lo Chef Leemann viene premiato da subito per la sua cucina virtuosa, che si avvale di ingredienti stagionali biologici, biodinamici attraverso produttori amici con i quali collabora e con il fermo intento di ridurre al massimo lo spreco alimentare e l’impatto energetico.
Oggi il ristorante è una realtà consolidata dove è possibile fare un’esperienza di altissimo valore con un servizio attento al particolare e dove ogni piatto è unico, preparato rigorosamente a mano e con un nome che ne evoca l’essenza. Il cucinare è inteso come un atto creativo e la caratteristica dominante di una cucina vegetale è la sua varietà. La verdura e la frutta sono le protagoniste, seguite dai cereali, dalle proteine e dai grassi vegetali capaci insieme di nutrire il corpo e renderlo sano e appagato. Etica ed estetica (buono e bello) camminano insieme e diventano per il suo fondatore e la sua brigata (lo Chef Executive Sauro Ricci, il Sous Chef Raffaele Minghini, il Restaurant Director e Sommelier Antonio Di Mora, e il team di cuochi) un modo per diffondere un messaggio che è sempre più contemporaneo e all’avanguardia.
“La cucina è arte e la pratica culinaria è un fare artistico che crea simboli del reale, rappresentazioni umane delle forme estetiche della Natura… il bello e buono, quando semplici e autentici, portano in modo naturale all’equilibrio che determina il nostro benessere profondo“.
Ulteriori frutti di questo percorso sono l’istituzione della Joia Academy già dal 2015, creata con Sauro Ricci, come punto di incontro tra professionisti e appassionati per approfondire tecniche e valori della cucina vegetariana, ‘The Vegetarian Chance’, fondato con il giornalista Gabriele Eschenazi, il primo festival internazionale di cucina vegetariana; ed infine i numerosi libri di cultura alimentare scritti dal maestro.
L’ultimo dei quali, Il codice della cucina vegetariana, il più completo e importante, per i trentanni del ristorante Joia, un generoso dono su tutti i segreti appresi in questi lunghi anni su alimenti e conoscenze in campo nutrizionale e tante ricette.
Si dice che Pietro Leemann stia pianificando la sua dipartita, ma noi siamo felici di vederlo sempre impegnato in più progetti di sostegno all’ambiente e in eventi, scuole, iniziative volte a diffondere la sua cucina e la sua concezione di vita. Siamo altresì orgogliose, perché recentemente in seguito alla giornata internazionale della cucina italiana, ha partecipato ad una live su Instagram assieme a Karine Castro e a Camilla Parmigiani, con cui collaboriamo, per parlare dell’alta cucina naturale e vegetale.
Un ideale può evolversi nel tempo ma non ha mai una fine!
Vegan Suite per Pietro Leemann