Ci sono giornate che finiscono ma che ti lasciano tanti spunti di riflessione.
A Milano, all’Hotel Melia l’8 maggio si sono riuniti più professionisti nell’ambito del design e dell’Hôtellerie di alto livello per scambiarsi idee e prospettive su come il design influirà su un mercato sempre più in espansione presentando soluzioni di soggiorno diverse e innovative per un turismo che sta cambiando faccia.
L’Hospitality Design Conference organizzata da Teamwork e dal suo instancabile CEO, Mauro Santinato, è stata davvero un’occasione stimolante che ha trasmesso tutta la vitalità di questo settore, che si appresta ad affrontare un futuro di sfide e istanze non facili da realizzare ma sfidanti.
Ma cosa è emerso durante questo dibattito tra i migliori attori nazionali e internazionali?
Il concetto di lusso sta attraversando una fase di trasformazione, che va di pari passo con il cambiamento dei processi produttivi e con nuove esigenze, più consapevoli, da parte di chi viaggia.
Non si visitano nuovi luoghi per il piacere solo di muoversi e arricchire il proprio bagaglio geografico ma per fare esperienze, che trasformino e che ci migliorino, in strutture che possano corrispondere a questo desiderio e che siano più funzionali, autentiche, capaci di soddisfare un gusto estetico ma ancor più di offrire servizi all’altezza.
‘Un lusso discreto’, come lo ha definito Nicola Delvecchio, consulente appassionato e trainer di Teamwork. È come se si volesse un po’ cambiare il nostro concetto di ‘vivere’, puntando più sull’essenzialità e sulla sostanza.
Il lusso, come sappiamo ha diverse forme: un lusso più accessibile e un lusso assolutamente esclusivo. Quest’ultimo richiede senza alcun dubbio privacy, eccellenza, originalità e unicità con una formula, che sarà sempre più apprezzata, quella della membership, per sua natura elitaria.
Ma anche il lusso esclusivo non è immune dai nuovi standard imposti da una più severa legislazione, che possa regolamentare l’impatto di un’operazione di business seppur di alto livello.
Il design può diventare quindi un driver ‘consistente e persistente’ per ‘ri-disegnare’ un nuovo futuro, più etico, più conscio.
Sostenibilità
Spesso negli interventi è stata pronunciata la parola SOSTENIBILITA’ come un ideale a cui aspirare, come sinonimo di virtù a cui tendere, e come qualità. Parlando con alcuni interlocutori è emersa anche la difficoltà di rendere un’intera filiera produttiva completamente ecologica per più fattori, che riguardano la totalità delle materie prime da impiegare, lo stato di innovazione, che seppur in atto, non riguarda ancora tutta le aziende interessate, e talvolta anche la cecità di fronte alle conseguenze di abusi sui nostri territori.
Tuttavia, qualcosa sta cambiando, perché le nuove generazione sono molto interessate all’ecologia ambientale e scelgono anche in base ai canoni che questa impone. Non solo, in comune con le generazioni meno giovani hanno un unico forte desiderio: quello di potersi esprimere al massimo realizzando la propria unicità e potendolo fare a lungo durante il percorso della loro vita. Non a caso aumenta la richiesta di vacanze per la cura del proprio corpo e della propria mente attraverso uno stile di vita più lento, il detox, gli sport di viario genere, un’alimentazione sana – preferibilmente plant-based – e un contatto diretto con la natura e la cultura locale, che permetta di coltivare un senso di comunità.
Questi concetti sono riecheggiati più volte durante la Conference e sono gli spunti essenziali sui quali progettisti, architetti, ingegneri e creativi si basano per creare concepts in grado di far sentire l’Ospite unico, a suo agio, dando un SENSO al suo soggiorno che sia per svago o per lavoro o per entrambi (lisness, la nuova tendenza basata più sul piacere durante un viaggio di lavoro).
E tutto questo richiede che gli spazi realizzati siano più flessibili, in cui le persone possano ritrovarsi sempre meno connessi e sempre più ‘in presenza’.
Soluzioni
E’ impossibile citare tutte le soluzioni presentate, ma in qualità di divulgatrici di Esperienze di lusso sostenibili, che chiamiamo The Luxury of Simplicity, sono stata colpita da alcune figure in particolare.
Corinna Kretschmar-Joehnk, fondatrice con il marito e socio Peter Joehnk, dello studio di architettura d’interni JOI-Design di Amburgo ha puntato l’attenzione sulla costruzione di ‘spazi vivi’ in cui le parole chiave sono ‘mindfulness and health’. La loro intenzione è chiara:
‘sustainable concepts are the key to success for future projects: this can be expressed by use of natural, authentic, and relevant materials with longer lasting lifespans – as well as through recycling and upcycling”.
Una parte consistente dei progetti dello studio JOI è proprio l’ideazione di spazi altamente innovativi e adatti ai nostri tempi.
Di grande impatto la presentazione di Alessia Genova, proprietaria da quest’anno dello studio Tihany, fondato nel 1978 da Adam D. Tihany, artefice di Hotel di lusso e ristoranti stellati tra i più significativi in tutto il mondo e impostosi con un design innovativo anche nel settore delle crociere di lusso.
Tihany Design is a multidisciplinary atelier with a focus in luxury hospitality design.
Superare le aspettative e catturare l’attenzione attraverso esperienze memorabili sono i due aspetti rilevanti per la sua giovane CEO e questo è possibile se esiste un’idea e un contenuto forte che precede il design e che è percepibile attraverso i dettagli (materiali e colori) customizzati.
L’expertise multidisciplinare è il tratto distintivo dello studio SOM Skidmore, Owings & Merril, azienda internazionale ad emissioni zero, che sta definendo standard rigorosi per l’architettura e le costruzioni affinché impattino il meno possibile sull’ambiente.
Di grande interesse la presentazione di Francesca Portesine, Associate – Global Hospitality Lead di SOM, che, oltre a delineare i target di sostenibilità, illustra attraverso alcuni esempi come la cura per il territorio possa diventare anche ‘edonistica’ quindi giocosa e divertente.
Come nel caso di due proprietà da lei descritte e ideate dallo studio BIG, Bjarke Ingels Group: la prima, un resort di lusso, El Cosmico, voluto dall’albergatore visionario Liz Lambert, che sorgerà a Marfa in Texas interamente stampato in 3D grazie alla società ICON. La seconda, già realizzata, Biosphere – The Tree Hotel, una costruzione originalissima nata per facilitare la conservazione dell’avifauna locale e per sperimentare una immersione totale nella natura.
Pater Noster, meglio conosciuta come ‘la casa all’orizzonte’ è un’ulteriore creazione, che rende la natura protagonista. Presentata da Erik Nissen Johansen, il fondatore e direttore creativo di Stylt Trampoli AB con sede a Göteborg, uno studio svedese pluripremiato e non convenzionale dalla propensione ‘wild’ in cui creatività ed innovazione si uniscono.
Pater Noster sorge sulla remota isola svedese Hamneskär, un tempo sede dei guardiani del faro. Una casa trasformata in un albergo di nove stanze per viaggiatori amanti della natura in cerca di sensazioni uniche. Un design, che coinvolge, e che si fonda sulla conoscenza approfondita della storia del territorio e di chi ci ha abitato per portarlo al grande pubblico attraverso i racconti.
Il motto è: find your story in one picture
La foto che ha reso famoso questo luogo.
Concludo questo viaggio nel ‘design del futuro’ con lo studio Puisto di Helsinki. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Sam Erik Ruttmann, Direttore del Global Hospitality Development di Puisto, al quale abbiamo dedicato uno spazio sul nostro canale IG sul loro ultimo progetto, il Solea Valley Healing Resort. Questo paradiso del benessere verrà costruito sull’isola di Cipro secondo i principi della sostenibilità considerando tutto il ciclo di vita del Resort.
Materiali locali o riciclati, tecnologie avanzate, architettura modulare, energie rinnovabili, corretto posizionamento sono le condizioni chiave per lo studio finlandese per una progettazione attenta, che vuole essere efficiente, flessibile e duratura. Le loro linee sono essenziali, confortevoli e davvero personali.
I tempi sono maturi, e i momenti di confronto come questo vissuto, sono utili e stimolanti per apprendere soluzioni e pratiche che possono farci riflettere su alternative più rispondenti ai ‘nuovi viaggiatori’ in un’ottica sempre più rispettosa per tutte le bellezze del nostro pianeta, cha mai come ora vanno con urgenza ‘risanate’ e custodite.
Il design può avere un’influenza sorprendente in questo.
Anna Caccia – Founder Vegan Suite