I truly believe that change happens when visionary people come together – those who see the potential not just for profit but for true, lasting impact. It’s about aligning purpose with innovation to build a better future.
Un’ambasciatrice visionaria a livello mondiale per la sostenibilità dell’architettura e del design: Yasmine Mahmoudieh, nel corso della sua illuminante carriera, ha ottenuto una serie di riconoscimenti che l’hanno resa un leader indiscusso in questo settore. Recentemente è stata insignita del titolo di Most Influential CEO 2024 in London for Architecture & Interior Design, anche grazie agli innumerevoli progetti in cui è stata coinvolta, che spaziano dall’Ospitalità di lusso, alle residenze di alto livello, agli uffici, agli spazi multiuso e al retail, per esprimere la sua creatività su più livelli e incentivare l’adozione di pratiche green.
La sua competenza è in realtà ancora più ampia e si esprime a diversi livelli: dalla ristrutturazione alla conservazione storica degli edifici, al loro riutilizzo adattivo. Ma anche nella creazione di spazi esterni verdi, ridisegnando gli ambienti pubblici con arredi e strutture stampate in 3D o secondo un design biofilico. Senza trascurare la mobilità, con l’utilizzo di materiali innovativi per soluzioni di trasporto ecologiche, percorsi ciclabili, e infrastrutture su misura.
Un nuovo concetto di Design, che si basa su materiali realmente ecosostenibili, garantendo il raggiungimento dello standard LEED Gold e ulteriori certificazioni ambientali attente al territorio ma anche alla nostra salute.
Un Design multisensoriale (un concetto olistico che Yasmine ha sposato fin dall’inizio e che oggi ha un forte seguito…), che coinvolge elementi che stimolano la vista, il suono e l’olfatto per vivere esperienze umane straordinarie.
Autentico impegno, alta tecnologia e originalità sono senza dubbio i pilastri principali per ridefinire il settore delle costruzioni, secondo la visione di Yasmine Mahmoudieh.
Questo era il suo intento quando è stata catturata dalla bellezza di questa pratica senza tempo: ha deciso di studiare Storia dell’Arte a Firenze, Architettura presso L’École d’Ingénieurs de Genève in Svizzera e Interior Design a San Francisco, prima di laurearsi alla UCLA (University of California) in Architectural Design. Un anno dopo la laurea, ha aperto Yasmine Mahmoudieh Design a Los Angeles e da allora ha viaggiato in tutto il mondo come global talker e docente presso le più importanti università e college (Visiting Professor per nove anni all’École hôtelière de Lausanne – EHL) ma anche in occasione di importanti eventi (World Economic Forum in Davos 2024, COP28 in Dubai, OPAL Award Summit in Shanghai 2024) e molti altri.
I aim to inspire others to take action in their own fields. We don’t need to wait for permission or for ideal conditions—we can start now to improve the way we build, work, and live. It’s time to push boundaries, innovate boldly, and lead by example.
Ciò che certamente contraddistingue l’attività di Yasmine è la sua lunga ricerca di materiali alternativi e innovativi – naturali e riciclati – in grado di ridurre la nostra impronta di carbonio ma anche di essere “salutari” per il nostro benessere, favorendo la creazione di spazi vivibili realmente sostenibili.
Questo studio comprende anche un processo costruttivo che si avvale di una tecnologia di alto livello, riducendo significativamente i tempi e gli sprechi. E un falso pregiudizio diffuso…
Come lei stessa afferma: “C’è un’idea sbagliata comune secondo cui la progettazione sostenibile è più costosa: questo semplicemente non è vero. In molti casi, le soluzioni sostenibili offrono risparmi a lungo termine, sia dal punto di vista finanziario che ambientale, dimostrando che possiamo creare un impatto senza sacrificare la redditività economica”.
La parola passa ora direttamente a lei, dopo questa necessaria introduzione alla sua affascinante posizione nei confronti dell’architettura e del design, che è anche un’urgenza ad agire al più presto in difesa del nostro ambiente troppo a lungo sacrificato.
- Yasmine, a quale tipo di design aspira per il nostro futuro?
Innanzitutto grazie per questa intervista. Sono convinta che in qualità di architetto e designer creativo ho la responsabilità assieme ai miei colleghi di ridurre l’impronta di carbonio con il nostro lavoro. Sappiamo tutti che il 40% delle emissioni di CO2 proviene dall’industria delle costruzioni e questo è piuttosto allarmante. Oggi possiamo fare molto ma purtroppo le azioni utili sono ancora poche. Abbiamo la possibilità di utilizzare materiali organici e sostenibili e dismettere quelli nocivi. E sappiamo che ciò che fa bene al pianeta è salutare anche per noi. E questa è oggi una delle sfide più importanti.
La mia missione non è solo quella di diffondere la consapevolezza, ma anche di proporre soluzioni tangibili attraverso l’architettura, il design e le mie mostre.
- Quali sono le azioni concrete che lei sta compiendo per realizzare la sua idea di “architettura verde”?
Con il mio team, da 22 anni, facciamo ricerca di materiali sostenibili e alternativi in tutto il mondo. Purtroppo c’è troppa poca attenzione al riguardo, anche se il costo di questi materiali naturali alternativi è pari a quello dei materiali nocivi. Non è vero che sono più costosi! C’è un’idea sbagliata sul loro valore. È importante capire COME rendere un progetto più sostenibile, quale intelligenza dobbiamo usare per ridurre il carbonio incorporato. E anche capire come si possa risparmiare a medio e lungo termine utilizzando materiali che riducono il costo dell’energia del cinquanta per cento. Ci sono materiali che possono pulire l’aria o ridurre i batteri.
È un campo molto stimolante, e come creativa, sono entusiasta di proporre tante idee nuove ai miei clienti.
- La parola ‘sostenibilità’ è inflazionata: che significato ha per lei?
Per me ha a che fare con l’autenticità e la trasparenza: il greenwashing non è un’opzione. Le normative europee, ma anche le disposizioni mondiali, stanno diventando molto severe. Nelle mie mostre ho fatto vedere come, ad esempio, si possano riutilizzare i rifiuti plastici attraverso la stampa 3D, affrontando il problema per superarlo, perché la plastica non scompare magicamente dalla terra e dagli oceani.
Un’altra soluzione importante è studiare l’applicazione di nuovi materiali come la canapa, il micelio, provenienti dalla natura, per costruire spazi più naturali. Materiali che possono essere utilizzati in molti modi come alternativa al cemento.
In Italia esistono aziende straordinarie, che già producono la canapa e la utilizzano come sostituto ai materiali tradizionali. Anche l’uso del legno può essere pericoloso a causa della formaldeide, soprattutto nell’industria nautica e degli yacht. Ed è proprio per questo che continuo a cercare aziende capaci di produrre superfici organiche.
- Quali limiti vede oggi e come superarli?
Le grandi aziende hanno spesso un responsabile della sostenibilità. A volte è solo un titolo, a volte no, dipende dalla trasparenza e dall’autenticità delle loro azioni. Fare ricerche e sperimentazioni su materiali alternativi è essenziale per la comunità dei designer e degli architetti. Ho ricordato questa urgenza molto spesso in occasione di importanti eventi internazionali. Abbiamo una grande responsabilità. Fare qualcosa di significativo dovrebbe essere nella toplist.
- Cosa pensa delle nuove regole ESG governative?
Abbiamo bisogno di un’azione di Governo e di norme severe, sono necessarie. Il libero arbitrio non porta a cambiamenti. Sono un’ambasciatrice di organizzazioni globali come It must be now, una piattaforma per l’Ospitalità di lusso, che ammette hotel con la certificazione australiana Earthcheck.
Molte persone non si rendono conto che ci troviamo in una situazione planetaria molto critica e che non riusciremo a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 e che non cesseranno i disastri ambientali.
- C’è un progetto speciale di cui vuole parlarci? Su cui sta lavorando?
Sì, certo, c’è un bel progetto, reale. Sono molto interessata a come vivremo in futuro, alle nostre esigenze più umane. L’architettura e il design hanno a che fare con una forma di psicologia, perché possiamo influenzare le persone con gli spazi e influenzare le loro sensazioni. Sono interessata agli spazi trasformativi a contatto con la natura.
E ho ideato un mio progetto di hotel sostenibile di lusso, l’Y-Hotel: un brand globale preferibilmente fuori dal centro città, ma non troppo lontano, in una natura meravigliosa, con la presenza di un centro benessere per la longevità e il biohacking. Questo hotel deve essere indubbiamente una rappresentazione concreta di tutti i miei materiali innovativi (sto lavorando ad un marketplace per la loro diffusione per il 2025). Un Hotel che sarà un vero prototipo di sostenibilità. La mia idea è anche quella di creare una comunità di persone affini interessate a un’esperienza trasformativa e organizzare all’interno dell’Hotel incontri con relatori internazionali. Non si tratterà di una Spa medica, ma di un luogo piacevole, dove godere di un nuovo stile di vita per ringiovanire.